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Facciamo un po’ di ontologia. Ma, da poveri ingegneri meccanici, non ci montiamo troppo la testa, e le affianchiamo subito l’aggettivo “casalinga”. Per i lombardi dell’est potremmo chiamarla, ancora più familiarmente, ontologia “casalina”.
L’idea, a cui ho pensato per parecchio tempo, è di individuare la natura degli archivi (e quindi degli oggetti) coinvolti nelle attività gestionali che muovono un’azienda (di produzione, di commercio o di servizi). In questa sede mi limito a trattare la “quotidianità operativa”, di cui sarete tutti espertissimi perché avete imparato a memoria il mio post precedente.
Naturalmente c’è (molto) altro: ad esempio il mondo delle rilevazioni e delle consuntivazioni, il mondo amministrativo e contabile (per il quale sarebbe interessante esaminare quanti e quali dei concetti qui esposti si potrebbero applicare).
Alla prossima.
TIPOLOGIA DEGLI ARCHIVI
In un’applicazione gestionale, un archivio (oggetto) appartiene ad uno di questi tipi (per ciascuno di essi sono indicati i processi che lo gestiscono).
Descrizione
Aggiornata manualmente (1)
Intenzione
Nasce
- Manualmente (1)
- A partire da un’altra intenzione
Muore
- Manualmente (per rinuncia)
- Alla nascita di un’altra intenzione
- All’inserimento di una esecuzione
Le intenzioni si distinguono in due tipi:
- Pianificate (muoiono alla nascita di un’intenzione esecutiva, o di un’altra intenzione pianificata)
- Esecutive (muoiono alla nascita di un’esecuzione)
Esecuzione
Inserita
- Manualmente (1)
- A partire da un’intenzione esecutiva
Situazione
Aggiornata
- Dal verificarsi di una esecuzione
- Dalla nascita o dalla morte di un’intenzione
E’ opportuno che un archivio appartenga ad uno solo di questi tipi: in questo modo si individuano immediatamente i processi che lo fanno nascere, crescere e morire.
Ad esempio non si devono fondere descrizioni e situazioni che possono essere intestate allo stesso oggetto, né realizzare situazioni aggiornate sia da esecuzioni sia da intenzioni.
Un vegetale metà albicocca e metà rapanello non sapremmo se metterlo nella macedonia o nell’insalata.
ESEMPI IN Sme.UP
Vediamo ora se e come siamo riusciti ad applicare questa classificazione ai principali archivi del nostro prodotto. Naturalmente si è verificato esattamente l’opposto: abbiamo prima definito gli archivi, scritto il software per farli vivere, e molto, molto dopo, ci abbiamo costruito sopra un po’ di teoria.
Descrizioni
- Articoli
- Risorse
- Distinte
- Cicli
- Commesse
- Enti
Intenzioni
- Documenti di ciclo esterno (pianificate o esecutive a seconda siano ordini o DDT (2))
- Ordini di produzione (esecutive)
- Impegni materiali e risorse (esecutive)
- Consigli di pianificazione: ordini e impegni (pianificate)
- Richieste d’acquisto (pianificate)
- Richieste di movimentazione (pianificate od esecutive a seconda del loro stato)
Esecuzioni
- Movimenti di magazzino
- Dichiarazioni attività
Situazioni
- Giacenze
Note
(1) Per inserimento manuale si intende che non è eseguito a partire da un altro archivio “interno” all’applicazione. Ad esempio, la distinta e il ciclo possono provenire da sistemi CAM/CAD, un ordine cliente da un messaggio EDI, un movimento di magazzino da un magazzino automatico, un contatto dalla scansione di un biglietto da visita: secondo questa definizione sono quindi tutti casi di inserimento manuale.
(2) I DDT (documenti di trasporto) sono intenzioni esecutive (la loro esecuzione è il movimento di magazzino)
1 commento su “Un po’ di ontologia casalinga”
Se a Brescia si dice “casalina” a Napoli come si dice? “casalese” forse? . Scusami poi un’altra cosa. Ma chi ha capacità schedula mentre per gli altri è finita?. Ciao